giovedì 2 febbraio 2012

Se c'era un piano, non sta funzionando

Tra il 16 e il 24 maggio del '44 più di centomila ebrei ungheresi sono stati uccisi nelle camere a gas di Auschwitz.

Ogni tanto è utile cominciare da una brutta notizia per mettere bene in prospettiva le cose e riflettere sul fatto che, fino ad un istante fa, si intendeva parlare di sé stessi. Dei propri problemi personali. Con che autorevolezza o credibilità potrei mai esordire scrivendo « da un po' di tempo mi sento depresso », quando la testa del lettore è ancora concentrata sull'immagine di corpi umani che sfrigolano nei forni di un campo di sterminio come patatine in padella?
E io di credibilità non voglio averne. Questo blog esiste da circa un anno e io non ho una carriera di scrittore, neppure una piccola piccola. Paolo Giordano ne ha una, e questo è un altro aneddoto deprimente quasi quanto quello su Auschwitz.
In fondo, si tratta di fare auto–terapia ed imparare ad accettarsi per quelli che si è: nazisti, Paolo Giordano, bloggers.
E con questo spirito, via al post sentimentale: sigla.


Secondo voi si possono fare battute sugli ebrei anche se non si è ebrei?
Secondo me sì, finchè c'è qualcuno, da qualche parte, che ride. Censurare la commedia per paura di offendere il prossimo sarebbe come rinunciare a prendere il bis del proprio piatto preferito per solidarietà a chi è appena morto di fame: entrambe le azioni sono fini a sé stesse e fondamentalmente innocue, ma entrambe sono sbagliate, uno le sente sbagliate prima di ridere, o riempirsi la pancia. Per me almeno è così.
Quando faccio il bis del mio piatto preferito, io mi sento in colpa. Però continuo a mangiare troppo.
E secondo voi si può essere amici di un razzista? Suppongo di sì, perlomeno in linea teorica... ma io ho dei problemi persino a relazionarmi con qualcuno che ammette di aver votato Berlusconi, che speranze potrei avere di sedare il mio senso di colpa quanto basta?

Ho un dannato senso di colpa che mi spinge a proiettare il mio disagio personale sopra tutti i lutti, le tragedie e le catastrofi di maggiore ampiezza di cui abbia mai avuto notizia. Perdo sempre il confronto, quindi mi sento ancora più in colpa per il fatto che sono a disagio. I lutti più significativi della mia vita sono la morte di tre nonni, con i quali tra l'altro ho avuto la fortuna di trascorrere molti anni insieme e della cui compagnia ho potuto godere a pieno. Sono fortunato, non c'è niente da fare. Certo che dispiace quando muore un nonno, ma i nonni muoiono, è nell'ordine delle cose. Non è che mi sia morta una sorellina tra le braccia o cose del genere. Nessun dramma e nessun trauma, nessuna grande guerra o grande depressione, giusto un po' di crisi economica.

Dovrei fare il mio lavoro ed essere rilassato nell'essere me stesso. Con le cose e le persone a cui posso aspirare, senza cercare di andare troppo oltre. Va bene avere ambizioni, ma fino al punto in cui non ti mangiano vivo se poi succede qualcos'altro di completamente imprevisto.
Dovrei essere me stesso perchè io sono quella persona seduta in quel posto che fa quella cosa. wow, l'ultima frase è un fulgido esempio di quanto sia brillante la mia capacità argomentativa; ora cerco di spiegarmi meglio. Here... we... go

Non mi sto lamentando di nulla, e il mio non è solipsismo. Sto solo dicendo che se hai un posto nell'universo, dovresti imparare a starci e fare bene quello che è previsto tu faccia. Qualunque cosa sia. Odio il cinismo e lo snobismo gratuito, ma mi rendo conto di essere un gigantesco esempio di atteggiamento cinico e disincantato verso la vita. Viviamo nella più incredibile e pazzescamente magica era della storia dell'umanità, un trionfo teatrale e magniloquente in cui la tecnologia ci risolve tutti i problemi e ci soccorre in ogni più piccolo aspetto della nostra vita. Voliamo seduti su una sedia in mezzo al cielo e ci lamentiamo se la nostra poltrona non è abbastanza reclinabile, piuttosto che essere travolti dal miracolo a cui stiamo assistendo. Abbiamo in tasca telefoni che mandano segnali nello spazio e poi li fanno ricadere su un altro cellulare dall'altra parte del mondo e ci irrita la lentezza di una connessione wi-fi.
Tutto è assolutamente stupefacente al mondo, ed è sprecato sulla generazione di individui più pingue, piatta, non-entusiasta e sostanzialmente stronza di sempre, che ha passato decenni a succhiare risorse di qua e di là senza fare grandi sforzi per quadagnarsele. È un'utopia tecnologica al servizio di lamentosi, non-contribuenti che non hanno mai aiutato nessuno. Non hanno mai sofferto la fame o il freddo, e se hanno mai messo piede ad Auschwitz è solo per poter mettere una foto in più su facebook.
E voi venite a dirmi che non dovrei sentirmi in colpa per il solo fatto di trovarmi qui e ora?
'Fanculo. La sapete quella sul negro che cammina con un coccodrillo al guinzaglio?

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