Gli ultimi giorni, qui alla BeBruceWillis Industries, sono stati
interessanti: ad esempio, i miei impiegati si
sono mobilitati per cercare di farmi scrivere qualcosa di serio e smetterla con
questa barzelletta del blog.
Non ci sono riusciti.
E dunque ho pensato che mi occorresse
un argomento non ancora trattato, una nuova tana del bianconiglio profonda
abbastanza perchè valga la pena immergervisi a
parole. Certo, potrei fare la solita recensione e andremmo tutti a casa
contenti; invece limiterò i riferimenti alla cultura pop al titolo del post, e
mi accingerò a parlare di un tema che da tempo macina nella mia testolina senza
molta definitezza, ma sul quale credo di avere due o tre cose sensate da dire:
il rapporto tra i generi e la condizione delle donne nella società.
« No, ti prego! Piuttosto scrivi
una recensione! The Cabin in the Woods
è appena uscito al cinema! »
« Spiacente, a ‘sto giro si fa
il pezzo femminista. Ma io non vi biasimo, lì c’è il telecomando... se cambiate
canale non mi offendo. »
La voglia di scrivere due robe
sull’argomento è nata da recenti considerazioni ed esperienze dirette: in
particolare, mi sono trovato a riflettere sul fatto che essere una donna
significa vivere con uno spettro potenziale di minacce e pericoli in modi di cui l’uomo,
semplicemente, non ha esperienza.
So che non è una grande
rivelazione e che non suonerà nuovo a nessuno, ma più ci penso e più mi convinco
che sia la radice per spiegare un sacco di cose su come funzionano le relazioni
sentimentali tra uomini e donne: in particolare, su come la pratica del...
chiamiamola corteggiamento, seduzione
oppure istintiva ricerca di un partner sia
vissuta in modo diverso dalle due parti.
Per quanto si cerchi di separare l’esperienza
quotidiana di una donna con i pericoli e le molestie dal semplice provarci con qualcuno in modo innocuo,
dal flirtare, dal fare un complimento cavalleresco e dalla generale interazione
maschio – femmina della vita di tutti i giorni, la dura verità è che proprio
non si può, se si vuole fare un discorso serio ed equilibrato. Il 78% delle
vittime di aggressioni o violenze sessuali sono donne, una donna su dodici è
stata vittima di stalking nella sua vita, una su sei è stata aggredita o
vittima di un tentativo di aggressione: questo è il rumore di fondo di cosa
significhi essere una donna su base quotidiana ed è da qui che parte una donna
quando reagisce all’interesse di un uomo nei suoi confronti.
Come si traduce tutto ciò nella
vita reale?
Le istanze femministe non hanno
rovinato il gioco tra sessi e castrato le possibilità o il ruolo maschile nella
società, ma hanno risposto a sacrosante esigenze di parità di diritti.
In sostanza,
le donne vivono all’ombra di minacce potenziali proprio nell’ambito del
rapporto tra generi e delle interazioni a finalità socio-sentimental-sessuale
(bleah!); una donna deve sviluppare il suo senso di ragno nei confronti del
prossimo.
L’etichetta di “sospetto” e “rischioso” associata a un uomo
sconosciuto che approccia una donna non deriva da pigrizia, senso di superiorità
femminile nelle dinamiche sociali piuttosto che da una presunta naturale
passività della donna nelle pratiche che riguardano la seduzione; dipende dal
naturale, istintivo pensiero di una donna: “costui rappresenta una minaccia
potenziale alla mia persona”.
È incredibilmente triste vivere
in un mondo che impone simili condizioni e meccanismi preventivi di auto-difesa;
ma sarebbe retorico, da parte mia, impostare la riflessione su toni alla “guarda
quanto male c’è al mondo”. Ognuno dovrebbe parlare di ciò che conosce e della
propria esperienza, più che tentare di indossare panni altrui: per questo devo
confessare che, in quanto uomo, provo più che altro empatia e compassione per i
miei compagni provvisti di pene. Il genere maschile trova spesso più difficoltà
a venire a patti con rifiuto, frustrazione o con il sentirsi socialmente
inadatti al gestire un approccio a scopo sentimental – sessuale.
Paura di un rifiuto, umiliazione,
insuccesso e percezione incompleta della realtà sono le chiavi delle dinamiche tipiche
del mio club di appartenenza: conosco questi elementi perchè li ho vissuti, e
certamente li rivivrò in futuro. Ma, per la mia modesta esperienza sul campo,
posso tentare di esaminare i diversi componenti della cosa e rispondere alla
domanda di partenza: perchè gli uomini fanno quello che fanno? Dov’è la linea
di separazione tra il provarci e il
molestare? Di chi è l’utero?
Chissà, magari queste stronzate
tornano utili a qualcuno e ci scappa una rubrica di posta del cuore.
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il mio coniglio invisibile minaccia le dimissioni |
Per quanto sembri invitante
etichettare tutti gli uomini da cui una donna si sia mai sentita minacciata o
molestata come maniaci, la verità è
che esiste una base comune di reazioni emotive talmente diffuse che nessuno può
dire di non averne mai avuto esperienza: profonda insoddisfazione nella propria
vita, frustrazione nata dal sentirsi autorizzato a fare qualcosa ma continuare
a non ricevere riscontri positivi, e, principalmente, paura.
Di essere rifiutati.
Di non essere all’altezza delle
aspettative.
Di restare soli.
Di non realizzare le proprie
ambizioni.
E, più di ogni altra cosa, delle
donne.
Si è spaventati proprio dalla cosa che
si desidera di più: una bella donna.
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stanno venendo a prenderti |
Eccitazione e paura spesso scatenano
le stesse reazioni psico-fisiche: accelerazione del battito cardiaco,
adrenalina, sudore, brividi.
Una delle cose più strane dell’essere umani è che
il corpo è schiavo del cervello: prima sentiamo l’effetto fisiologico, poi il
cervello arriva a spiegarci il motivo.
Panico improvviso: hai visto un
velociraptor nell’erba alta oppure la donna dei tuoi sogni ti sta sorridendo? La
ragazza con cui stai parlando sostiene il tuo sguardo per un istante più di
quanto tu sia abituato: hai paura che stia per ferirti o rifiutare le tue
avances oppure sei eccitato dall’intensità della sua espressione?
Spesso, questa roba del provarci con qualcuno, può diventare un
confuso, debilitante e terrificante casino. Razionalmente, sappiamo che
presentarsi ad una ragazza e cercare di convincerla ad iniziare una relazione
(di qualunque tipo) non è esattamente rischioso. Tuttavia, ci troviamo ad avere
una reazione a base di paura ed ansia al semplice atto di andare da qualcuno e
parlarci. Perchè?
Beh... per via del potere.
Essere attratti da qualcuno significa cedere
una certa quantità di potere su di noi. Quando si approccia una persona che si
trova attraente, ci si sta deliberatamente rendendo vulnerabili. Stiamo chiedendo
di dare un giudizio su di noi su qualcosa che pare trovarsi ad un livello
intimo e personale, dunque stiamo conferendo al prossimo il potere di ferirci. E
questo può essere maledettamente spaventoso.
Da qui la moltitudine di strategie ed approcci
diretti, aggressivi, più o meno molesti, volgari o addirittura violenti che
causano il grosso del disagio femminile in quest’ambito. Controllare la situazione,
o pensare di farlo, attraverso la determinazione di uno status superiore ed uno
inferiore che dovrebbe subire passivamente, è un modo per difendersi ed
allontanarsi dalla propria intrinseca vulnerabilità.
Adesso, immaginiamo di essere ancora
meno socialmente a nostro agio di quanto già siamo. Sappiamo di desiderare
donne, belle donne possibilmente, ma per chissà quale ragione non sappiamo come
comportarci per stabilire un contatto o iniziare una qualsiasi relazione. Ci buttiamo
nella mischia, ci rendiamo vulnerabili... solo per essere rifiutati
continuamente. Il rifiuto, come abbiamo già detto, ferisce sia a livello
mentale sia a livello fisico. Istintivamente, siamo condotti ad evitare la
reazione fisiologica di dolore che deriva dal rifiuto, e ciò che la provoca:
letteralmente, scappiamo dalla paura di aver paura.
E come reagisce l’uomo alla paura? Uno
dei modi più comuni è il buttarla fuori: la paura ci fa arrabbiare e scateniamo
la nostra rabbia verso ciò che percepiamo essere la causa.
Tentiamo di ridimensionare questa
causa, ridurla a qualcosa di inferiore e diverso. Trattare una donna come un
numero, un trofeo da vincere o una nostra proprietà da poter reclamare quando vogliamo
aiuta a farla diventare meno di una persona, o almeno meno di noi.
In effetti, l’idea di donna - premio,
piuttosto che di donna – “numero in una scala di valore” è così inscritta nella
nostra cultura che quando siamo messi di fronte alla constatazione che la
ragazza su cui abbiamo delle mire è in realtà un individuo con un’idea di vita
e una serie di caratteristiche che la rendono compatibile o non con noi, la
verità è così dura che ci sentiamo derubati di qualcosa che ci sarebbe dovuto.
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la principessa di Super Mario, la donna - premio definitiva |
Rabbia e risentimento di un genere verso
l’altro discendono – oltre che dagli elementi già discussi – anche da uno
sbagliato e infondato senso di diritto,
dall’idea che un riscontro positivo, di qualunque tipo, sia dovuto e che
rifiutarlo, o peggio riservarlo ad altri, sia in qualche modo una violazione di
un contratto sociale.
... e allora, che facciamo?
Già.
Sentite, ci sono passato. Ci ripasserò
ancora. Sono stato intimidito e frustrato. Ma questo mi sembra un buon momento
per citare Kevin Bacon.
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Being a fucking waiter with no money,
not a lot of drugs, just a mattress on the floor, and still being able to pull
chicks. That’s when you separate the men
from the boys.
|
E Kevin Bacon ha sempre ragione. Sempre.
In questo ambito più che in ogni altro
c’è un disperato bisogno di forza di volontà per guardare avanti e coltivare la
propria consapevolezza. È facile vomitare la propria rabbia ed aggredire il
prossimo, mentre è difficile ammettere che forse, se non veniamo ricambiati,
siamo noi quelli che lo stiamo facendo sbagliato. E che, magari, stiamo
causando più dolore e disagio di quanto ne sentiamo addosso.
Parte del processo di diventare più
bravo con le donne è capire che tu, e solo tu, sei responsabile della tua vita;
lezione difficile da sentire, quando sembra che tutti gli altri ce l’abbiano più facile. Ma ci sono
sempre. Ci saranno persone più interessanti, più fiche, più affascinanti e
semplicemente più fortunate di te. La Juve vincerà sempre gli scudetti e l’Italia
rimarrà sempre un Paese di destra e dannatamente cattolico. Ci saranno sempre i
maniaci, gli stronzi e le brutte persone.
Non vuoi essere etichettato come “creepy”,
come fastidio e disagio che una donna deve sopportare perchè è così radicato
nella sua quotidianità da essere diventato rumore di fondo?
Comincia a passare più tempo a
chiederti come hai fatto e fai stare le donne. Esamina il tuo comportamento e
cambialo.
E, nella peggiore delle ipotesi, fai
come lui.
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